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Date of Award

2020

Document Type

Restricted Thesis: Campus only access

Degree Name

Bachelor of Arts

Department

Modern Literatures and Cultures

First Advisor

Dr. Lidia Radi

Second Advisor

Dr. Anthony Russell

Abstract

“Il migrante” è spesso privato della sua individualità, ed è rappresentato come un’entità debole la cui felicità è ostacolata dalla riluttanza degli altri nel riconoscere la natura fittizia dell’omogeneità e purità della cultura del Paese ospitante. Ho provato, in questa tesina, a rappresentare il migrante né come un agente di contaminazione né come una vittima impotente del nazionalismo e della xenofobia, ma piuttosto come un individuo che può abbracciare, e che ha abbracciato, la letteratura come un mezzo per sgravarsi dalle catene con cui i “canonisti” letterari italiani hanno cercato di emarginarlo e di confinarlo al mercato di nicchia che è la letteratura della migrazione, e dagli stereotipi danneggiati che vengono propagati dai media italiani e internazionali. Questi emigrati-scrittori hanno coltivato, nel rifiuto di adottare e/o conformarsi all’italianità per adattarsi o ingraziarsi gli italiani e abbracciare le loro differenze e dire che hanno il diritto di essere un costituente di due (o più) culture, una prospettiva unica verso la loro cultura e quella ospitante, e adesso vedono entrambe le culture più oggettivamente rispetto alle generazioni più vecchie dei migranti o italiani nativi. Questa abilità di vedere e capire le virtù e i vizi delle due culture ha permesso a questi scrittori di superare le caratteristiche tipiche della letteratura migrante—in sostanza, la narrativa autobiografica o semi-autobiografica e le trame che riguardano la difficoltà e il trauma dell’esperienza migratoria, e il pregiudizio e razzismo della cultura ospitante—e di affrontare, invece, temi più universali, per esempio l’amore, la famiglia, la femminilità, la maternità, il dolore e la tradizione. Scrivendo di soggetti “universali” nel contesto della cultura di origine e nella lingua dell’ Altro ha permesso a questi migranti di ottenere il riconoscimento non solo dai letterati italiani, ma dai lettori in tutto il mondo. L’universalizzazione delle narrative di questi migranti li ha aiutato ad appropriare l’agire con cui hanno creato un mondo transnazionale come lo sono loro.

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